Consulente finanziario indipendente o autonomo

Nel mercato del risparmio così come in quello degli investimenti, le compagnie assicurative e le banche ricoprono un ruolo dominante.

Spesso le si accusa di non fare gli interessi dei loro clienti, in quanto vendono solo che è meglio per la loro prospettiva di crescita.

A tal proposito, occorre evidenziare che da qualche tempo le normative europee appaiono decisamente più rigide nei confronti di chi eroga consulenza finanziaria indipendente.

Prima di definire la figura del consulente finanziario indipendente, a livello normativo inquadrato come consulente finanziario autonomi, è opportuno soffermarsi sullo strategico ruolo ricoperto dall’OCF (Organismo di Vigilanza e Tenuta dell’Albo Unico dei Consulenti Finanziari).

Cosa fa l’OCF?

L’OCF ha un ruolo di vigilanza nei confronti dei consulenti finanziari, affinché vengano tutelati al meglio i reali interessi degli investitori.

Al tempo stesso, anche il sistema finanziario ne beneficia in termini di reputazione, visto che si instaura un forte senso di fiducia nei suoi confronti.

Chi è il consulente finanziario indipendente?

Il consulente finanziario indipendente è un professionista che lavora in modo autonomo o preso uno studio professionale che viene remunerato a parcella (fee-only), proprio come avviene per i commercialisti o per gli avvocati, ma solo ed esclusivamente dai clienti che ne richiedono le prestazioni.

Ai sensi di quanto sancito dalla Legge, il consulente autonomo non può incassare proventi da banche, compagini assicurative o da altri.

La sua funzione principale è quella di consigliare quali sono le soluzioni più adatte, in termini di business, nei confronti dei numerosi clienti.

Non sta a lui occuparsi di posizionare i prodotti in termini di marketing, né tanto meno di favorirne l’aumento delle vendite.

Tra le sue mansioni vi è quella di fornire consulenza nei confronti della clientela, aiutandola a gestire al meglio e con programmazione il loro patrimonio.

I soldi dei clienti, di fatto, non vengono assolutamente toccati.

Questi rimangono nelle casse della banca di fiducia.

Le operazioni suggerite risultano eseguite in prima persona dal cliente con l’ausilio di questo professionista indipendente.

Chi opera nella consulenza indipendente, pertanto, non deve avere a suo carico pendenze penali per una questione di onorabilità; al tempo stesso, questo professionista deve essere assolutamente indipendente con le banche, le compagnie assicurative e i fondi.

Zero legami. Anche in termini familiari.

Cosa fa un consulente finanziario indipendente?

Chi lavora nel ramo della consulenza finanziaria autonoma di occupa di portare a termine approfondite analisi incentrate sugli investimenti, mettendo a punto la miglior strategia possibile per arrivare ad un rapporto ottimale fra due variabili: il livello di rischio e la tutela del patrimonio.

Il primo deve essere corretto; la seconda deve essere adeguata.

Un operatore tradizionale deve avere l’abilità di saper negoziare gli interessi della sua clientela con quelli del suo datore di lavoro.

Il consulente finanziario autonomo, invece, non ha nulla di tutto questo, essendo assolutamente libero da ogni sorta di conflitto di interesse economico.

Nello specifico, nel sistema finanziario, ogni volta che si vende un prodotto, il cliente deve accollarsi innumerevoli rischi, nonché commissioni di un certo livello.

A fronte di un rischio elevato, chi ha saputo creare il prodotto finanziario, collocandolo al meglio, incassa maggiori provvigioni.

Basti pensare ad esempio ai derivati strutturali che vengono venduti alle imprese, ai privati o alle pubbliche amministrazioni.

Il loro contenuto in termini di commissioni è senza ombra di dubbio maggiore rispetto a quello che contraddistingue un fondo azionario.

Nel caso di quest’ultimo, ad esempio, si registra un contenuto commissionale superiore a quello tipico di un fondo monetario.

Il più delle volte, la maggior parte degli investitori, non lavorando nel settore in questione, si dimostra praticamente incapace di capire le reali potenzialità dei prodotti finanziari che fanno parte del suo portafoglio.

Il motivo è che non c’è massima consapevolezza relativamente ai rischi che vanno affrontati tutte le volte che si investe.

Il consulente finanziario indipendente, pertanto, a prescindere dal fatto che operi in maniera autonoma o in una società di consulenza Fee-Only, ha il compito di riequilibrare tutti quei rischi, tipici degli investimenti che costituiscono il patrimonio del cliente.

Perché è importante potersi avvalere del supporto di un consulente finanziario autonomo?

Di motivazioni al riguardo ce ne sono a iosa.

In primo luogo, questo professionista si occupa di effettuare un completo chek up di portafoglio.

Dopo aver verificato lo stato di salute dei risparmi di chi ne ha richiesto le prestazioni, dimostrare quali sono le commissioni effettive che vengono pagate. In questo modo, si inizia ad avere una panoramica più chiara circa il rischio dei propri investimenti.

La proattività, pertanto, è una dote che questo professionista deve tassativamente, affinché con il suo intervento possa eliminare in tempo diversi errori, alcuni dei quali potrebbero arrecare danni seri alla propria situazione patrimoniale.

Con un check up di portafoglio, ci sono diversi vantaggi per chi decide di servirsi dell’assistenza di questo professionista indipendente: in primo luogo, si ha la consapevolezza che il feedback finale è assolutamente autonomo e sconnesso da interessi personali o secondari.

In termini di commissioni, il risparmio è assoluto. Si può salvaguardare il proprio patrimonio da investimenti particolarmente rischiosi.

L’eliminazione di quei titoli più rischiosi dal proprio wallet risulta parte integrante di questo aspetto.

Questo vuol dire, infatti, potersi avvalere di una gestione di portafoglio con costi fino a 10 volte più bassi, se paragonati a quelli di fondi tradizionali.

Inoltre, il supporto di un consulente finanziario autonomo può fare la differenza anche nel caso di wealth management, ossia nella gestione di un patrimonio di una certa entità.

Con un consulente finanziario indipendente, infatti, si paga il consiglio e non una rete di vendita.

Conclusioni

Il check up finanziario così come la gestione di portafogli rappresentano nel complesso un piccolo investimento che vale la pena fare per tenere sotto controllo il proprio patrimonio, prima che sia troppo tardi.